venerdì 1 aprile 2016

Area naturale e biodiversità nella Città metropolitana di Reggio Calabria


mercoledì 17 febbraio 2016

Reggio verso la Città metropolitana. Opportunità, idee e prospettive


Gazzetta del sud, 13 febbraio 2016

Una ruota...per muovere l'area grecanica nella metamorfosi metropolitana






Prima parte



Seconda parte

Città metropolitana. Obiettivi, problematiche, opportunità




I Comuni dell'area interna della Piana nei processi di governance della Città metropolitana





giovedì 10 dicembre 2015

I giovani, la scuola e la Città metropolitana


Intervista di Reggio tv a margine dell'incontro

venerdì 10 aprile 2015

Unione dei Comuni e zone omogenee nel processo istitutivo della Città metropolitana di Reggio Calabria

Dal minuto 24:00, l'intervento di Beniamino Cordova



                                                        Gazzetta del sud, 11 aprile 2015

sabato 7 marzo 2015

Reggio, in Commissione "Decentramento e Città Metropolitana” l'audizione del dott. Beniamino Cordova

Fonte: Il dispaccio, 6 marzo 2015

"Si è riunita nella giornata di lunedì 2 marzo 2015 la Commissione consiliare comunale "Decentramento e Città Metropolitana", presieduta dal Consigliere Comunale Filippo Bova (lista "Officina Calabria" ) nel corso della quale si è proceduto all'audizione del dott. Beniamino Cordova, dottore di ricerca in "pianificazione territoriale" presso l'Università Mediterranea di Reggio Calabria – Facoltà di Architettura e specialista in materia di Città Metropolitana poiché autore di diverse e prestigiose pubblicazioni scientifiche". E' Quanto comunicato oggi in una nota stampa.
"Fin dalle prime battute il dott. Cordova ha puntualizzato come la città metropolitana di Reggio Calabria entrerà a regime a fine 2016 con l'elezione del Consiglio metropolitano che approverà lo Statuto dopo l'adozione dello stesso da parte della Conferenza metropolitana. E inoltre chiarendo che la legge Del Rio
( art.1 comma 22 legge n. 56 del 2014) impone la suddivisione del territorio del comune capoluogo in più comuni a condizione che gli organi competenti decidano di inserire nello Statuto metropolitano l'elezione del Sindaco e del Consiglio metropolitano tramite il suffragio universale e diretto: costruzione più rispondente alle caratteristiche delle Città metropolitane di grandi dimensioni ( vedi Roma e Milano) e non coerente con le specificità delle Città metropolitane di medie dimensioni tra cui rientra Reggio Calabria.
L'esperto ha peraltro ribadito l'esigenza, nel contesto del dettato di cui all'art.1 comma 11 –lettera c- della legge Del Rio, di istituire per la Città metropolitana di Reggio, d'intesa con la Regione, zone omogenee all'interno del proprio territorio quale costruzione più coerente con modelli di sviluppo territoriale.
In questo senso, analizzando i dati dell'area metropolitana di Reggio Calabria e rilevando forti disomogeneità territoriali, la base –dunque- per una corretta distinzione territoriale, anche in virtù delle esperienze negli altri contesti metropolitani, non potrà assolutamente prescindere da criteri di tipo economico e sociale e dalla presenza di servizi pubblici di rango locale e metropolitano: dando vita ad una aggregazione quindi basata su modelli di sviluppo.
La delimitazione in aree omogenee deve servire –infatti- a compensare lo squilibrio economico che inevitabilmente porta ad uno squilibrio territoriale: quest'ultimo è il principale nemico dello sviluppo omogeneo, solido e duraturo, del territorio metropolitano.
Diversi sono stati gli interventi dei componenti della commissione tra cui quello del consigliere comunale Pasquale Imbalzano (NCD), il quale ha evidenziato la necessità di procedere celermente all'interno della commissione all'elaborazione di una proposta di Statuto da sottoporre successivamente alla valutazione dei costituendi organi della Città metropolitana e , in un secondo momento, aprire una discussione sui contenuti del documento di pianificazione strategica di cui la Città dovrà dotarsi.
Presenti alla seduta sono stati dunque i consiglieri Pizzimenti, Marino, Ripepi, Maiolino, Imbalzano P., Brunetti, Burrone, Mauro, Albanese, Iachino, Minniti, Imbalzano E., Gangemi.
Le conclusioni sono state tratte dal Presidente Bova.

RESOCONTO SULLA STAMPA del 07 marzo 2015




"Verso lo Statuto della Città metropolitana".

Incontro promosso dal Comune di Roccella Jonica il 28 febbraio 2015 nella Sala consiliare, alla presenza di numerosi Sindaci della Locride.
Oltre agli interventi iniziali del Sindaco e del vicesindaco di Roccella Jonica, i lavori sono proseguiti con l'intervento tecnico sulla Città metropolitana di Beniamino Cordova e dagli interventi politici di Antonino Tropea e dell'On. Seby Romeo.




martedì 4 novembre 2014

Intervista a Beniamino Cordova su procedimenti e strategie per la costituzione della Città metropolitana di Reggio Calabria

Intervista pubblicata il 4 novembre 2014 su www.mnews.it al link:
http://www.mnews.it/2014/11/reggio-calabria-le-dimissioni-del.html#sthash.LmhbQJna.dpuf


Come si struttura amministrativamente e politicamente la Città metropolitana?
La Città Metropolitana di Reggio Calabria, ai sensi della legge 56/2014, prevede tre organi: il Sindaco metropolitano che corrisponde in prima battuta al Sindaco della città capoluogo; il Consiglio metropolitano che è composto, nel caso di Reggio Calabria, da 14 amministratori locali ed è un organo elettivo di secondo grado: sono eleggibili a consigliere metropolitano i sindaci ed i consiglieri comunali in carica che vantano quindi la condizione di elettorato attivo e passivo; la Conferenza metropolitana che è composta da tutti i Sindaci della città metropolitana reggina: ha carattere esclusivamente consultivo e propositivo ed approva lo Statuto.
Ogni ruolo, come viene espressamente specificato nella legge, è esercitato a titolo gratuito.
Come sappiamo, la legge ha previsto, in virtù del differimento voluto dalla Riforma Delrio, la costituzione della Città metropolitana di Reggio Calabria alla scadenza naturale degli organi della Provincia con l’elezione del Consiglio metropolitano approssimativamente entro il 30 giugno 2015.
Dal punto di vista politico, siamo tutti consapevoli del ruolo di primo piano che dovranno svolgere i Comuni dell’area metropolitana di Reggio Calabria. Il piano strategico infatti, così come previsto dalla legge 56/2014, prevede il coinvolgimento attivo e la condivisione della scelte strategiche con i territori di riferimento. La ricerca scientifica che ho portato avanti sin dal 2009 e che ho più volte illustrato in confronti pubblici, dopo la legge 42/2009 che ha inserito Reggio tra le 10 città metropolitane italiane, dimostra che l’area metropolitana reggina è orientata ad essere organizzata in un sistema policentrico (Reggio, Locride e Piana) che esorta ad una gestione efficiente ed efficace dei servizi e delle infrastrutture con la possibilità di ambire ad un outcome di notevole spessore.

Qual è lo Statuto di riferimento?
Lo statuto della Città metropolitana che si andrà a redigere nei prossimi mesi con tutti i Comuni appartenenti all’area e che sarà approvato dalla Conferenza metropolitana, oltre a stabilire le norme fondamentali dell’organizzazione dell’Ente e le competenze degli organi, dovrà anche disciplinare i rapporti tra i Comuni e le Unioni dei Comuni, ed inoltre, a mio avviso, dovrà necessariamente dare ampio spazio ai processi partecipativi perché i cittadini dell’area metropolitana devono poter vantare la possibilità di interagire in maniera dinamica con l’ente istituzionale. A questo si dovrà aggiungere necessariamente la ferma volontà di prevedere la possibilità, dal giorno successivo l’istituzione dell’Ente metropolitano (che in prima battuta fissa il perimetro provinciale per legge), di dialogare e, perché no, di coinvolgere all’interno del perimetro quei Comuni limitrofi che utilizzano gli stessi servizi metropolitani, che dipendono cioè, quotidianamente, dai servizi offerti da uno dei tre poli.
Si parla anche di inserire all’interno dello Statuto la possibilità di eleggere dalla prossima tornata elettorale (la prima è vincolata) il Sindaco metropolitano attraverso il sistema del suffragio universale dando la possibilità ai Sindaci dell’area metropolitana reggina di essere eletti nel ruolo di Sindaco metropolitano: questo, a norma di legge, può essere possibile solo se si divide il comune capoluogo in più comuni. Inoltre l’eventuale proposta di divisione avanzata dal Consiglio Comunale deve essere sottoposta a referendum tra tutti i cittadini della città metropolitana e qualora approvato, è comunque necessario che la Regioni approvi l’istituzione dei nuovi Comuni ai sensi dell’articolo 133 della Costituzione (art. 1 comma 22, legge 56/2014).
È palese quindi il fatto che tale procedimento si mostri quantomeno inverosimile (dividere Reggio Calabria in più Comuni) e una sua forzata applicazione possa apparire come un atto di egocentrismo celato dietro una scintillante esibizione di democrazia.

quali saranno le strategie per lo sviluppo del territorio?
Non vi è dubbio che un territorio per essere competitivo ha necessità di svilupparsi in maniera omogenea colmando le lacune, soprattutto infrastrutturali, presenti nell’area.
Per affrontare questo problema, ci viene in aiuto lo strumento dei fondi comunitari e nello specifico il PON Metro che rappresenta un’opportunità unica per le Città metropolitane e che vedrà un budget di circa 100 milioni di euro per l’area metropolitana reggina rivolti tra l’altro, alla mobilità sostenibile, alla riduzione dei consumi energetici, ai servizi digitali ed all’inclusione sociale.
La competitività del territorio metropolitano passerà anche dalla capacità di saper dialogare con l’Europa, all’interno delle reti già esistenti delle città metropolitane europee, e soprattutto con il Mediterraneo; su quest’ultimo punto sarà fondamentale riprendere i dialoghi strutturati all’interno del I meeting delle città del Mediterraneo svolto proprio a Reggio Calabria.
Dal Mediterraneo passa il nostro futuro.
Reggio dovrà far pesare la collocazione geografica e ricoprire il ruolo di collante tra le politiche europee e quelle mediterranee nel settore dello sviluppo del territorio metropolitano.
Da non sottovalutare neanche il valore aggiunto del Parco Nazionale d’Aspromonte che consegna all’area metropolitana reggina un potenziale estremamente rilevante.
La Città metropolitana di Reggio dovrà trovare un asse aggregativo che consenta di impiantare una strategia di sviluppo condivisa: non vi è dubbio che la valorizzazione dei beni culturali, che come sappiamo sono spalmati su tutto il territorio metropolitano, alla luce anche dei Piani regionali dei Beni Culturali approvati poco tempo fa ed oggi quindi in vigore, insieme allo strumento innovativo dell’Atlante Regionale dei Beni Culturali in formato “smart”, può diventare il motore trainante per uno sviluppo territoriale partecipato, omogeneo e sostenibile soprattutto nell’ottica della smart city.

in caso di dimissioni del Presidente della Provincia di Reggio Calabria cosa accadrebbe alla Città Metropolitana?
La Provincia ha perso una grandissima occasione.
Durante il periodo infausto del commissariamento della città, l’Amministrazione provinciale avrebbe potuto gestire il processo di metamorfosi metropolitana consegnando nella mani del Sindaco di Reggio Calabria una comunità (amministratori e cittadini) consapevole del valore aggiunto che una Città metropolitana può offrire.
Ad oggi non si è compresa la vera scellerata motivazione da parte del Governo di posticipare la costituzione della nostra Città metropolitana che oggi si trova a dover aspettare sciaguratamente il mese di giugno 2016, scadenza naturale degli organi provinciali.
I termini però, ai sensi dell’articolo 1 comma 18 della già citata legge, si possono ridurre drasticamente in caso di scioglimento anticipato degli organi provinciali, assegnando quindi nelle mani del Sindaco di Reggio la possibilità di poter avviare tempestivamente le procedure di costituzione dell’Ente metropolitano che sarà attivo già dopo 30 giorni e poter dare slancio finalmente ad un percorso di metamorfosi che l’area metropolitana reggina attende con impazienza.

domenica 16 marzo 2014

Posticipare la partenza della Città metropolitana di Reggio Calabria: un suicidio economico e sociale

di Beniamino Cordova*
pubblicato su strill.it il 20 dicembre 2013

“…L’Italia è l’unico paese europeo che aspetta da 20 anni una regolamentazione delle Città metropolitane….Il 70% dell’Innovazione e della Ricerca si sviluppa all’interno delle Aree metropolitane…” (Graziano Delrio, 19 dicembre 2013, “Servizio Pubblico”, La7).
Questo è il pensiero del Ministro Delrio che annuncia inoltre la partenza immediata di 9 Città
metropolitane perché Reggio Calabria invece partirà successivamente, quando avrà risolto i
vincoli legati ai vari commissariamenti del comune capoluogo e di alcuni comuni in provincia.
In realtà il Ministro Delrio dimentica forse che, se così stanno le cose, le Città metropolitane che
partiranno subito saranno 8 perché per Roma Capitale è previsto uno status speciale.
Non far partire oggi la Città metropolitana di Reggio Calabria sarebbe un suicidio per l’intera
economia del territorio metropolitano, per la possibilità di sviluppo ed occupazione, per il riscatto
sociale. 
Nessuno dovrebbe avallare tale scellerata posizione. 
Posticipare la partenza, magari non farla partire più e destinare la città al dimenticatoio, sarebbe
una ulteriore offesa per la Calabria, per il Sud ed una palese diffidenza a dialogare con l’area
del Mediterraneo.
Qualche giornale nazionale volendo criticare in maniera strumentale la riforma delle Province,
ha sottolineato in maniera provocatoria la presenza della Città metropolitana di Reggio Calabria
paragonandola alle metropoli di Roma, Napoli e Milano; tale posizione non tiene volutamente in
considerazione che la presenza di Reggio Calabria è fondamentale per i rapporti dell’Italia e
dell’Europa con il bacino del Mediterraneo.
A questo si aggiunge la possibilità per Reggio di dialogare con Messina, creando un’area
maggiormente competitiva, con un potenziale che la porterebbe al quinto posto tra le dieci Città
metropolitane italiane.
Di questo il Governo si deve convincere. Questo il Governo non lo può ignorare. 
Reggio non può aspettare, perché ad aspettare sarebbe l’Italia e l’Europa.
Quale sarebbe il grave impedimento di avere per pochi mesi come Sindaco della Città
metropolitana un Commissario prefettizio?
E per i Comuni commissariati della provincia, quale sarebbe la difficoltà di avere il proprio
commissario, per alcuni mesi, nella conferenza metropolitana dei Sindaci che, tra l’altro, è
competente solo per l’adozione dello Statuto e ha potere consultivo per l’approvazione dei
bilanci?
Il mio appello va a tutte le forze politiche affinchè non permettano a nessuno di calpestare la
dignità di una città, di un territorio, di una intera economia.
La riforma delle Province, a detta di tutto il panorama politico, è estremamente necessaria, ma
purtroppo si sta perdendo la consapevolezza dell’importanza di una Città metropolitana.
Dico questo pensando alla volontà di portare il numero delle Città metropolitane da 15 (10 nelle
Regioni a statuto ordinario e 5 in quelle a statuto speciale) a 18 (con l’introduzione di quelle che
superano con l’intera provincia 1 milione di abitanti, ossia Salerno, Brescia e Bergamo) e forse
a 21 con quelle federate (novità che sta galoppando nelle ultime ore). 
Se consideriamo che l’Europa conta circa 20 Aree metropolitane, è facile trarre delle
conclusioni.
Onore al Ministro Delrio, dunque, per la tenacia che sta dimostrando ma è opportuna una
maggiore lungimiranza ed una notevole attenzione alle singole realtà.


*Dottore di Ricerca ed autore del libro “Manuale per Reggio Città Metropolitana”

giovedì 31 ottobre 2013

sabato 15 giugno 2013

Presento il mio libro...


Ecco il "Manuale per Reggio Città Metropolitana" di Beniamino Cordova

Pubblicato da www.Ildispaccio.it il 22 maggio 2013



La prima settimana di giugno arriverà in libreria "Manuale per Reggio Città Metropolitana: analisi, delimitazione, mobilità, partecipazione" il nuovo libro di Beniamino Cordova per Apodiafazzi editore. L'iter legislativo che ha partorito e consolidato nel panorama istituzionale le Città metropolitane è noto a tutti; forse meno manifesto è il ruolo e le dinamiche politiche che ruotano attorno a questa nuova organizzazione territoriale.
Sulla costituzione degli organi metropolitani, l'Italia è molto indietro rispetto agli altri Paesi europei; alla luce di ciò, quindi, appare d'obbligo procedere speditamente affinchè la Città metropolitana di Reggio Calabria diventi presto realtà, nell'interesse della città, dei cittadini e del territorio metropolitano.
L'istituzione dell'Ente metropolitano non è però l'unico atto da compiere, perché l'Area Metropolitana per entrare a regime ha la necessità di essere supportata in maniera convinta da tutto il panorama politico e dalle forze sociali.
Il libro, oltre ad affrontare tali temi, illustra in maniera dettagliata agli stakeholder i passi istituzionali portati a termine e quelli ancora da compiere; chiarisce tutte le analisi utili per la definizione del perimetro dell'Area Metropolitana reggina e, soprattutto, mette in evidenza, anche con elaborati grafici, le potenzialità di sviluppo dell'Area Metropolitana basandosi sul concetto del policentrismo.
L'obiettivo del libro è quello di diventare un prontuario, un vademecum, un manuale appunto, per la nascita e lo sviluppo dell'area metropolitana di Reggio Calabria.

giovedì 9 agosto 2012

Metropolitan Review

di Beniamino Cordova,
Urbanista, Dottore di Ricerca in Pianificazione Territoriale

pubblicato il 21/07/2012 su www.ildispaccio.it

Conosciamo ormai a menadito ogni virgola del famoso decreto del Governo in materia di spending review in vigore da qualche giorno. Sappiamo anche che il Decreto, in tema di Aree metropolitane, fissa al 1 gennaio 2014, la soppressione delle Province di Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e la nostra Reggio Calabria trasformandole ufficialmente in Città Metropolitane.
Il Decreto entra anche nello specifico dei problemi definendo a monte il perimetro dell'Area metropolitana che coinciderà con quello della Provincia soppressa dando prova quindi di aver intuito, cavalcando l'onda dei tagli alle Province, la difficoltà storica di definire un perimetro per le Aree metropolitane, che si è dimostrata, sin dall'inizio, l'incognita maggiore, limitando l'entrata a regime di quelle Città Metropolitana che esistono sin dal 1990.
Il Decreto, con grande pragmatismo, definisce anche gli strumenti di governo di quella che sarà tra 17 mesi la Città Metropolitana di Reggio Calabria specificando che "...in sede di prima applicazione, e' di diritto Sindaco metropolitano il Sindaco del comune capoluogo"; poi lo Statuto come è noto può stabilire che il Sindaco metropolitano sia di diritto il Sindaco del comune capoluogo o sia eletto secondo le modalità stabilite per l'elezione del presidente della Provincia.
Detto questo, è evidente che tale imposizione, tale ferma decisione politica dopo 22 anni dalla legge 142/90 (ma che a noi ci coinvolge solo dal 2009, dalla legge 42), ha messo a soqquadro le idee di chi aveva forse sottovalutato il valore e la prospettiva che in termini di sviluppo un'Area metropolitana può offrire ad un territorio, per ricercare la coesione territoriale, l'uso corretto del suolo, la gestione coordinata dei trasporti e dei servizi, la valorizzazione delle eccellenze culturali sostenuta dalla possibilità di gestire a monte il processo in un sistema ordinato e strategico.
Certo, la stampa (fortunatamente non tutta) non aiuta, mira spesso a creare fumo negli occhi, a destabilizzare, invoca confusione e pretende chiarimenti, ad una classe politica che fortunatamente si sta dimostrando preparata al cambiamento: le ultime note dei vertici dell'amministrazione comunale e provinciale dimostrano grande sensibilità e voglia di operare in maniera sinergica e fruttifera.
Naturalmente c'è chi non ha mai abbassato la guardia, continuando a fare Ricerca scientifica tenendo alta l'attenzione, quella Ricerca che oggi si pone come testimone sempre acceso verso un orizzonte di luce che finalmente anche i miopi scorgono.
Ricerca scientifica che tra le tante cose oggi trova la sua orgogliosa soddisfazione, visto che si dall'inizio si è basata su un progetto di Area metropolitana che comprendeva l'intero perimetro provinciale; progetto che trovava il suo fondamento nello studio del pendolarismo, delle funzioni metropolitane di attrazione e nella proposta di un sistema metropolitano di trasporto per valorizzare l'intermodalità e l'uso di forme alternative di trasporto in linea con gli indirizzi mondiali, comunitari, nazionali e locali, che giustificava quindi la cornice provinciale dell'Area metropolitana di Reggio Calabria.
La politica quindi si sta dimostrando fertile all'occasione di sviluppo metropolitano e può vantare il prestigio di poter contare su un panorama di personalità tecniche, su una scuola reggina di eccellenza, che non ha mai abbandonato il sogno metropolitano che oggi sta mutando in realtà.
Certo, i tempi sono strettissimi, non sono consentiti passi falsi e atteggiamenti titubanti.
Un'Area metropolitana può portare solo sviluppo: è un investimento sicuro, non prevede regressioni; non si capisce quindi la disapprovazione di una, seppur largamente minoritaria, espressione politica, tanto che, proprio quella espressione politica, nel 2009 appoggiava l'idea dell'Area metropolitana di Reggio Calabria.
La nostra Città e la nostra Area Metropolitana hanno necessità di marciare in forma spedita verso questo traguardo che la vede protagonista sulla scena nazionale ed europea consentendole di dialogare e di operare allo stesso tavolo con le maggiori aree metropolitane europee.
L'occasione è ghiotta. Vinciamo la sfida.

giovedì 23 febbraio 2012

GIOIA TAURO: FIGLIA PREDILETTA NEL PROCESSO DI METAMORFOSI METROPOLITANA

di Beniamino Cordova – Urbanista, Dottore di Ricerca in Pianificazione Territoriale -

Lodevole l’iniziativa promossa negli ultimi giorni da Strill.it, volta a favorire e stimolare ancora una volta il dibattito sulla Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Naturalmente, tale discussione non può che trovare il mio sincero apprezzamento, come cittadino reggino e come studioso delle Aree metropolitane.

Speravo fossero di dominio pubblico ormai, dopo le innumerevoli pubblicazioni, molte anche su questa testata, i risultati della Ricerca scientifica portata avanti dal sottoscritto sino ad oggi nel settore delle Aree metropolitane italiane e di quella di Reggio in particolare, non perché tali risultati, con superbia, avrebbero dovuto necessariamente emergere tra quelli più accreditati, ma quantomeno apparire strumento utile alla discussione.

Mi preme quindi intervenire al dibattito, per pura volontà di trasparenza verso i lettori e gli studiosi del settore, cogliendo come stimolo alcune recenti affermazioni sull’argomento, apparse su questa testata, del bravo e competente Sindaco di Gioia Tauro.

La benevola attenzione che noi reggini rivolgiamo ad uno dei Sindaci più importanti della provincia è notevole e merita una trasparente, quanto serenamente conciliante, risposta ai problemi sollevati in merito alla possibilità per Gioia Tauro e l’area della Piana di non cogliere la grande occasione di coinvolgimento, con ruolo da protagonista, all’interno dell’Area Metropolitana di Reggio Calabria.

Il primo input al dibattito il Sindaco Bellofiore lo pone quando sostiene: “… Ritengo che un’ulteriore discrasia debba essere evidenziata nella proporzione – in termini di dipendenza funzionale – tra Gioia Tauro e Reggio Calabria.

Sappiamo infatti tutti che il presupposto fondamentale che sta alla base della costituzione della città metropolitana è quello della dipendenza dei servizi della città annessa da quelli della città centrale ritengo che Gioia Tauro, rispetto a molti altri centri dell’estremo Sud della Calabria, presenti delle potenzialità e delle peculiarità che stridono in maniera evidente con questo concetto di dipendenza…”.

Dice bene il Sindaco quando parla di “dipendenza funzionale”, ossia la relazione che esiste tra una città madre, che consideriamo il core, e i centri minori, dove la città madre ricopre un ruolo egemonico perché attrae quotidianamente movimenti per motivi lavorativi, economici, culturali, e del tempo libero (le famose funzioni).

La città madre, avendo all’interno tutte queste funzioni metropolitane, attrae quindi, come detto, popolazione quotidianamente, stimolando continui spostamenti pendolari.

Ma il perimetro di una Città metropolitana dipende dal raggio di azione delle funzioni metropolitane e non necessariamente deve comprendere una grande città ma può nascere da una conurbazione di una grande realtà urbana unita a medie/grandi realtà urbane che nell’insieme formano un’Area metropolitana policentrica.

Allo stato attuale, nel contesto della nostra provincia, l’ampiezza del territorio e le grandi distanze dalla città-madre hanno consentito, appunto, l’evoluzione di un sistema policentrico che ha permesso il decentramento di molti servizi, un sistema quindi basato su tre polarità: la Piana di Gioia Tauro, La Locride e Reggio.

Le tre polarità sono le uniche aree che negli anni hanno aumentano costantemente la popolazione. Tre polarità oggi e le medesime tre polarità nel 2030.

Infatti la proiezione della popolazione al 2030 ci conferma la struttura policentrica della provincia di Reggio.

Soffermandoci solo sui dati istat relativi alla popolazione dei comuni della Piana (tralasciando il resto della provincia) abbiamo:

COMUNI    1951   1961   1971   1981   1991  2001   2011     2030

Gioia Tauro 13894 13912 15016 17488 18484 17762 18683 20931.34

Polistena 10930 11075 10722 11227 11960 11591 11541 12010.31

San Ferdinando 3866 3901 3928 4286 4335 4339 4435 4678.964

Rizziconi 7268 6767 6887 7075 7479 7650 8046 8131.386

Palmi 19749 18448 17721 18386 19116 19435 19320 19246.49

Rosarno 12978 13096 13188 13808 13191 15051 14836 15395.65

Bagnara Calabra 12976 12697 11793 11194 11048 11230 10660 9797.132

Cinquefrondi 6762 6463 6042 6141 6450 6461 6643 6431.368

Taurianova 19456 17742 16078 15591 16056 15799 15824 14058.73

Quindi non Gioia Tauro che dipende funzionalmente da Reggio, ma Gioia Tauro e tutta la Piana (per il polo appunto della Piana) fonte di attrazione di spostamenti pendolari per via delle funzioni metropolitane esistenti sul territorio (stesso discorso vale per il Polo della Locride e quello di Reggio).

L’insieme delle aree che gravitano attorno ai tre Poli arrivano a coinvolgere quindi tutti i comuni della provincia.

Area metropolitana di Reggio Calabria basata su tre Poli, su tre protagonisti, uniti però da un disegno generale di sviluppo strategico.

Ogni Polo quindi rimane protagonista del proprio territorio.

Tale conclusione è basata su studi specifici, iniziati nel 2009, portati avanti dal sottoscritto, che saranno espressi in una pubblicazione che uscirà in primavera, anche se gli steps di tali studi sono stati oggetto di anticipazioni in decine di pubblicazioni.

Purtroppo la spazio di un quotidiano, seppur online, non è sufficiente ad illustrare tutte le dinamiche alla base di tale ragionamento (sistemi locali del lavoro, flussi pendolari, funzioni metropolitane, ecc…): a tal proposito rimando gli approfondimenti alla pubblicazione di cui facevo riferimento in precedenza.

È doveroso dire anche che il ruolo da co-protagonista del Polo della Piana all’interno dell’Area Metropolitana di Reggio è utile a tutti: a Reggio per il valore aggiunto che l’infrastruttura portuale e l’intera area della Piana portano in dote; a Gioia Tauro ed alla Piana tutta per il ruolo che Reggio, la sua area e l’area della Locride si propongono di ricoprire nel Mediterraneo (linfa vitale per il Porto di Gioia) e nel settore del turismo (naturalmente anche quello archeologico).

Il ruolo centrale quindi che la comunità gioiese, tramite il suo massimo esponente, chiede a gran voce, sembra abbondantemente rispettato.

Certamente Gioia Tauro ha facoltà anche di guardare a Nord: sembra difficile capire però con quali prospettive.

È chiaro che la dichiarazione di disinteresse all’ingresso nell’Area metropolitana di Reggio, del Sindaco di Gioia Tauro, politico attento, brillante e lungimirante, è stata provocatoria, con il chiaro intento di smuovere i meccanismi per dare quella zampata decisiva al processo di metamorfosi metropolitana dove Gioia Tauro ricoprirà il ruolo di figlia prediletta.

Il contenuto quindi, e non solo il contenitore, sembra esserci; forse un po’ in sordina ma i passi in avanti si stanno facendo.

Appoggio l’idea del Sindaco Bellofiore quando dice di desiderare un coinvolgimento attivo dei Sindaci e delle comunità locali, per un procedimento dal basso, di quella che sarà l’Area Metropolitana di Reggio Calabria; serve effettivamente un percorso di sensibilizzazione, incontri itineranti per illustrare i grandi vantaggi del nuovo status metropolitano; solo così si potrà acquisire consapevolezza del grande valore aggiunto della nostra Area metropolitana.

Mi complimento quindi con il Sindaco Bellofiore, capace sagacemente di stimolare il dibattito, e spero di poter approfondire personalmente l’argomento: sarà uno spunto interessantissimo nella mia attività di Ricerca scientifica.

martedì 13 settembre 2011

Città metropolitana: c'è chi è ottimista

di Beniamino Cordova,
Urbanista, Dottore di Ricerca in Pianificazione Territoriale


pubblicata su http://www.strill.it/, Lunedì 12 Settembre 2011


Un mio contributo pubblicato esattamente un anno fa (Alcuni punti fermi della Ricerca sulla Città metropolitana di Reggio Calabria, www.strill.it, 13/09/2010) iniziava così: “Si è detto tanto in questo anno, ma non si è detto tutto”.

Ancora oggi tale incipit è straordinariamente attuale.

E’ passato ancora un altro anno e, alla luce dei numerosi contributi apparsi sulla stampa negli ultimi giorni, forse ancora, realmente, qualcuno sottovaluta quanto invece è stato fatto e detto.

Nulla di impossibile da illustrare, però naturalmente, in questa sede, lo faremo solo per sommi capi.

Di sicuro, purtroppo, ancora vige una scarsa informazione dettata probabilmente da un approccio superficiale all’argomento.

Di natura evasiva sono le affermazioni presenti nel pezzo “Reggio Città Metropolitana: ultima chiamata” (www.strill.it, 09/09/2011) che parla di «processo di perimetrazione in alto mare»; forse c’è scarsa informazione sull’argomento ma la Ricerca scientifica che porto avanti dalla pubblicazione della legge 42/2009 e che ha prodotto la Tesi di Dottorato dal titolo “Dalla conoscenza di contesti nazionali ed internazionali al Modello Reggio per la costruenda Città metropolitana policentrica: funzioni, trasporti, mobilità sostenibile”, due libri, decine di pubblicazioni, convegni, dibattiti, contributi su tutte le testate giornalistiche locali, dalla carta stampata ai giornali online (contributi presenti nel blog http://beniaminocordova.blogspot.com), dimostra in maniera oggettiva che i limiti geografici della nostra Area metropolitana, non solo comprendono tutta la provincia, ma vanno oltre coinvolgendo i Comuni di Badolato, Santa Caterina dello Jonio, Guardavalle, Nardodipace, Fabrizia, Acquaro, Dinami, Mileto, Limbadi, San Calogero, Nicotera; proprio lì quindi, grazie alla classica “delimitazione funzionale”, basata sulle funzioni metropolitane ed i flussi pendolari, si attestano i nuovi confini dell’Area metropolitana di Reggio Calabria (per avere maggiori notizie sui criteri di dimensionamento dell’area consultare il mio contributo “Alcuni punti fermi della Ricerca sulla Città metropolitana di Reggio Calabria”, www.strill.it, 13/09/2010 ed anche “Quali saranno i confini della Città Metropolitana”, Gazzetta del sud, 19 gennaio 2011).

Per arrivare a concludere questo ragionamento naturalmente esiste un lavoro importante maturato in un intenso triennio che analizza a livello provinciale l’evoluzione della popolazione dal 1951 ad oggi (che in 60 anni ha perso ottantamila unità), la migrazione della popolazione dai piccoli centri interni ai grandi contesti urbani della provincia, il sistema locale del lavoro e la distribuzione geografica di imprese ed addetti, la localizzazione dei servizi ed il loro eventuale “peso metropolitano” con la conseguente individuazione dei poli di attrazione, i flussi di traffico ed il grado di accessibilità dell’area, il sistema della mobilità, la proiezione della popolazione al 2030 (che naturalmente è necessaria per prevedere futuri scenari)…ecc…

L’insieme di queste analisi ci ha restituito un sistema basato su tre polarità: la Piana di Gioia Tauro, la Locride ed appunto Reggio.

Un sistema metropolitano policentrico.

Proprio perché basato su tre polarità la nostra Area Metropolitana riesce, grazie al criterio sopra citato, con il proprio raggio di azione, a superare i confini provinciali ed attrarre realtà urbane che si servono delle funzioni metropolitane di uno dei tre poli.

A mio avviso un grande punto di forza e non un punto di debolezza.

Nel medesimo contributo si afferma che il «procedimento necessita dell’ok della Regione Calabria e della Regione Sicilia», anche qui va chiarito qualcosa.

Allo stato attuale non esiste alcuna Area metropolitana dello Stretto distinta dal legislatore perché ci troviamo di fronte ad una Regione a statuto ordinario e ad una Regione a statuto speciale; la seconda ha piena potestà in questo settore, tant’è vero che ha definito le proprie aree metropolitane sin dal 1986.

Ciò che invece esiste concretamente, e ciò su cui si può e si deve lavorare è la città metropolitana reggina, entità ben definita da una legge dello Stato.

Naturalmente l’obiettivo politico, legislativo, economico e della Ricerca scientifica è quello di vedere una vera e propria “fusione istituzionale” dell’area metropolitana di Reggio e dell’area metropolitana di Messina (quest’ultima come detto esiste dal 1986).

La legge oggi non ci aiuta a suggellare le due Aree metropolitane (di Reggio e Messina) in un’unica Area metropolitana dello Stretto ma non ci vieta di instaurare o consolidare rapporti di sinergia strategica nello Stretto in attesa di una riforma della Costituzione che ci consenta di far nascere con il cappello giuridico la sognata Area metropolitana dello Stretto.

Il contributo lucido ed attento “Città metropolitana, bisogna bruciare i tempi prima che sia troppo tardi” (Gazzetta del sud, pag. 27, 09/09/2011) esprime paura per la minaccia che il neo DDL costituzionale, avendo tagliato le Province, potrebbe avere nei confronti delle Aree metropolitane.

Intanto va chiarito, per onestà intellettuale, il procedimento di costituzione di un’Area metropolitana secondo la legge 42/2009. La proposta di istituzione spetta:

a) al comune capoluogo congiuntamente alla provincia;

b) al comune capoluogo congiuntamente ad almeno il 20 per cento dei comuni della provincia interessata che rappresentino, unitamente al comune capoluogo, almeno il 60 per cento della popolazione;

c) alla provincia, congiuntamente ad almeno il 20 per cento dei comuni della provincia medesima che rappresentino almeno il 60 per cento della popolazione.

La proposta di istituzione deve contenere:

a) la perimetrazione della città metropolitana, che, secondo il principio della continuità territoriale, comprende almeno tutti i comuni proponenti. Il territorio metropolitano coincide con il territorio di una provincia o di una sua parte e comprende il comune capoluogo;

b) l'articolazione del territorio della città metropolitana al suo interno in comuni;

c) una proposta di statuto provvisorio della città metropolitana, che definisce le forme di coordinamento dell'azione complessiva di governo all'interno del territorio metropolitano e disciplina le modalità per l'elezione o l'individuazione del presidente del consiglio provvisorio di cui al comma 6, lettera b).

Sulla proposta di istituzione previa acquisizione del parere della regione da esprimere entro novanta giorni, è indetto un referendum tra tutti i cittadini della provincia.

Il referendum è senza quorum di validità se il parere della regione è favorevole o in mancanza di parere. In caso di parere regionale negativo il quorum di validità è del 30 per cento degli aventi diritto.

Il medesimo contributo pubblicato in Gazzetta fa anche riferimento alla possibilità che il DDL faciliti l’istituzione dell’Unione di Comuni come organo di coordinamento nei settori della viabilità, smaltimento dei rifiuti, gestione delle risorse idriche, a scapito delle Città metropolitane.

Anche in questo caso è d’obbligo fare alcune puntualizzazioni.

L’Istituto dell’Unione dei Comuni è apparso per la prima volta con la legge 142/90 (art. 11 e 26), la stessa legge che ha previsto per la prima volta le Aree metropolitane, quindi il legislatore non ha mai individuato contraddizioni tra le due modalità di governo del territorio.

Anche la legge 267/2000 ha confermato entrambe le formule di governance.

Diciamo che la nascita dell’Unione dei Comuni aveva un significato ben preciso, cioè quello di consentire ai Sindaci dei Comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti di gestire alcuni servizi in forma associata, permettendo di ridurre i costi e quindi garantire il mantenimento in vita di questo piccoli enti.

La Città metropolitana che gestisce un’Area metropolitana è ben altra cosa. È un valore aggiunto che nulla ha a che vedere con l’Unione dei Comuni.

Naturalmente è doveroso, in questo momento, un passaggio politico importante del Comune, della Provincia e della Regione, volto alla “metamorfosi metropolitana” ma non vedo gli estremi di una qualsivoglia paura: sono pienamente fiducioso in chi ha ottenuto, sostenuto e difeso la Città metropolitana di Reggio Calabria.

E’ ovvio che la politica da sola non può nulla se non accostata ed indirizzata parallelamente da un insieme di forze legate a competenze scientifiche e tecniche, entrambe indispensabili per coordinare strategie ed azioni, sensibilizzazione, partecipazione e coinvolgimento degli attori esterni al Core metropolitano, durante il processo di metamorfosi metropolitana e durante la costruzione dell’impianto progettuale.

Nulla è scontato.

C’è molto da fare, ma ci sono tutti i presupposti per fare tanto e bene affidandosi anche ai risultati dell’intenso lavoro portato avanti sino ad oggi.

domenica 31 luglio 2011

Beniamino Cordova ospite del salotto in diretta su SKY (can.904) nell'ambito della manifestazione "I Tesori del Mediterraneo" a parlare di Città Metropolitana e di Mediterraneo




“I tesori del Mediterraneo” Salotto televisivo:Tra cultura, politica, sport e turismo
Dopo la pioggia del giorno precedente che non ha permesso la conclusione del primo dibattito in diretta televisiva ( su Sky 3 Channel,che trasmette sul satellitare e sul digitale terrestre),venerdì 29 Luglio ospiti d’eccezione tra politici,giornalisti,persone del mondo associazionistico e culturale,imprenditori,e professori universitari,hanno riscaldato il salotto televisivo con un interessantissimo e ricco confronto sull’argomento principale di questa manifestazione: il Mediterraneo.

Presenze importanti che sono intervenute: Roberta Spaziani (Consigliere Capogruppo di Maggioranza)rappresentante il comune di Ocre;Giovanni Bilardi (Capogruppo consiliare al Consiglio regionale della Calabria (lista “Scopelliti Presidente”), inoltre è stato assessore alle Politiche comunitarie del Mediterraneo-Cooperazione Internazionale del Comune di Reggio Calabria;Lamberti Castronuovo (Assessore alla Cultura della Provincia di Reggio Calabria);Pasquale Morisani ( Assessore Lavori Pubblici del Comune di Reggio Calabria); Demetrio Porcino ( Vice Sindaco di Reggio Calabria);Santo Forte (Attinà Conserve); Paolo Catalano (Organizzatore “I Tesori del Mediterraneo”); Natalia Spanò ( Presidente Associazione Nuovi Orizzonti); Beniamino Cordova(Dottore di Ricerca universitaria);Enrico Costa (Docente Facoltà Urbanistica Università Mediterranea);Tino Scopelliti (Dirigente Nazionale Alleanza Sportiva Italiana);Fortunato Vinci (Presidente Regionale Calabria Comitato Italiano Paraolimpico);Alfonso Spada(Assessore allo Sport Comune di Amalfi);Giovanni Siclari (Assessore Turismo,Cultura Spettacolo e grandi eventi);Giovanni Verduci (Vicepresidente Provincia RC-Ass.Programmazione);Francesco Tramontana (Responsabile Mercati Esteri della Casa Vinicola Criserà) e Paolo Romeo (Associazione Posidonia).

Ruolo fondamentale della cultura sotto i riflettori e le telecamere di Sky grazie agli interventi del Professore della Facoltà di Urbanistica di Reggio Calabria:Enrico Costa ,che con originalità ha sfogliato e raccontato il suo libro:”Itinerari Mediterranei”(Editore è la Città del Sole).Simboli e immaginario, fra mari isole e porti, città e paesaggi, ebrei cristiani e musulmani nel Decameron di Giovanni Boccaccio.
Mito e modernità sono i termini chiave in Boccaccio. E ripercorrendo quelle che sono le tradizioni che hanno accompagnato la nostra storia tra il Medio Evo e il Rinascimento emergono come sempre attuali i valori di convivenza e di rispetto per ciò che ci circonda.
Il professore ha inoltre fatto luce su uno dei temi più delicati e forse più esasperati che interessano la nostra città e non solo: il tanto atteso (o non atteso) Ponte sullo Stretto.
Il fatto che i dati sia positivi che negativi non vengano tirati fuori da nessuno,fa correre il rischio che non ci sia mobilitazione per scendere in campo ed agire;la gente deve sapere sia i vantaggi che gli svantaggi di un simile progetto,così come deve essere a conoscenza dei vantaggi e degli svantaggi della città metropolitana.
Con sincerità ha ammesso che la situazione non è rosea ma con ottimismo bisogna portare avanti i sogni e i progetti anche dal punto di vista universitario( ritornando al suo ruolo).
Un altro libro presentato è stato quello di Beniamino Cordova,Dottore di Ricerca presso l’Università Mediterranea:” Mediterraneo,Urbanistica e Paesaggio.”(Editore Città del Sole).
A suo avviso quando si parla di Mediterraneo non si può non parlare di urbanistica e a sua volta l’urbanistica non può essere slegata dal concetto di Città Metropolitana.
Argomento “Ponte” affrontato anche dal Vice Sindaco di Reggio Calabria,Demetrio Porcino,il quale non nascondendo la realtà delle cose ha ammesso che dopo quarant’anni di discorsi la gente non ci crede più,ed era prevedibile come disillusione.
La classe dirigente deve agire e realizzare e soprattutto deve avere il coraggio di muoversi,così come sta accadendo.

Annamaria Milici
http://www.ilmetropolitano.it/?p=12346

martedì 31 maggio 2011

"MEDITERRANEO. Urbanistica e paesaggio" a cura di Beniamino Cordova


"Mediterraneo. Urbanistica e paesaggio" è il nuovo libro a cura di Beniamino Cordova per la collana DeUrbanistica di Città del Sole edizioni che vede coinvolti, con contributi inediti e di alto valore scientifico, dottorandi e dottori di ricerca, italiani e stranieri, della Mediterranea di Reggio Calabria.

Il libro vanta la prestigiosa prefazione del Prof. Massimiliano Ferrara (Dirigente generale del Dipartimento Cultura, Isruzione, Università, Alta formazione, Ricerca della Regione Calabria) e la presentazione del Prof. Enrico Costa (Presidente del Corso di Laurea in Urbanistica della Mediterranea di Reggio Calabria).



Paesi e popoli che si affacciano sul Mediterraneo, pur nelle reciproche differenze, partono da una base comune di affinità culturali e storiche, che, soprattutto sulla sponda sud, non riescono a sviluppare tutte le oggettive potenzialità per un deficit di democrazia accompagnato da carenze di investimenti infrastrutturali, e per la disomogeneità delle politiche nel settore trasporti, nelle energie alternative, nella cultura, nel turismo. Al mancato sviluppo possono porre rimedio le discipline che fanno riferimento all’Urbanistica, al Paesaggio ed al patrimonio culturale.
È necessario sviluppare studi e ricerche in questi campi disciplinari, concentrandosi sulla costruzione di una rete policentrica delle Città del Mediterraneo partendo dalla conoscenza dei contesti locali e dalla valorizzazione delle relative risorse territoriali ed ambientali perché le nuove sfide dell’innovazione e dell’Urbanistica moderna provengono senza dubbio dal confronto con realtà dell’opposta sponda del Mediterraneo.
In questo filone rientra a pieno titolo la ricerca che interessa le Città Metropolitane, tra le quali un ruolo strategico spetta alle città metropolitane del Mediterraneo: queste infatti, rappresentano il luogo privilegiato di scambio e di circolazione di beni e servizi, prodotti, informazioni, capitali e popolazioni.
Questo impulso ha stimolato la presente ricerca sulla realtà mediterranea che ha coinvolto decine di giovani dottori di ricerca, dottorandi e studiosi, italiani e stranieri.



BENIAMINO CORDOVA, urbanista, è dottore di ricerca in Pianificazione Territoriale presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria con la ricerca “Dalla conoscenza di contesti nazionali ed internazionali al Modello Reggio per la costruenda Città Metropolitana policentrica: funzioni, trasporti, mobilità sostenibile”.
All’interno del Corso di Laurea in Urbanistica si occupa delle tematiche relative all’area metropolitana, ai trasporti, alle politiche di sviluppo nel bacino mediterraneo. È membro del centro studi “City” (City Integration TerritorY) presso il LUPT (Laboratorio di Urbanistica e Pianificazione Territoriale, Università Federico II di Napoli) ed il PAU (Dipartimento Patrimonio Architettonico e Urbanistico, Università Mediterranea di Reggio Calabria). È autore per la Città del Sole Edizioni del volume “Metropolitana del Mare”, primo numero della collana Magistralis, e di numerosi saggi e articoli sul primo volume della collana De Urbanistica, su periodici e riviste specializzate, oltre a partecipare attivamente al dibattito sui temi dello sviluppo urbano e territoriale sia in ambito locale che mediterraneo.

lunedì 14 marzo 2011

I Progetti Integrati di Sviluppo Locale come motore di crescita condivisa del territorio calabrese

di Beniamino Cordova - Dottorando di Ricerca in Pianificazione Territoriale Università Mediterranea -
pubblicato su http://www.newz.it/ il 14/03/2011


I Progetti integrati di sviluppo locale, che sono stati presentati il 4 marzo al Consiglio Regionale della Calabria dal Governatore Giuseppe Scopelliti e da Giacomo Mancini, Assessore al Bilancio ed alla Programmazione Comunitaria, rappresentano un’importante tappa nel processo di sviluppo del territorio calabrese promosso dalla Regione.

I PISL, come hanno esaustivamente spiegato i relatori, sono strumenti finanziari del POR FESR 2007-2013 orientati a soddisfare le esigenze non di singoli Comuni ma di specifici ambiti territoriali.

L'investimento totale del Programma, su scala regionale ammonta a 400 milioni di euro; il territorio della Provincia di Reggio (porzione della futura Città Metropolitana che in base agli esiti delle ricerche che sto conducendo vanta confini che abbracciano anche alcune realtà del vibonese e del catanzarese) disporrà di circa 106 milioni di euro.

L’intera somma sarà ripartita in specifiche categorie di investimento, in gran parte rilevanti per il decollo e l’organizzazione di Reggio Città Metropolitana: mobilità intercomunale, miglioramento della qualità della vita, valorizzazione dei borghi, sviluppo del sistema turistico, supporto ai sistemi produttivi, contrasto allo spopolamento e tutela delle minoranze linguistiche.

Lo strumento dei PISL potrebbe concretizzare quanto ipotizzato sino ad oggi nella mia ricerca scientifica.

Quando tra le priorità dello strumento leggo mobilità intercomunale, miglioramento della qualità della vita, valorizzazione dei borghi, sviluppo del sistema turistico, contrasto allo spopolamento non posso non pensare ai risultati dei miei studi che ipotizzano sia interventi di carattere generale (che attraversano l’intero territorio metropolitano) che di carattere puntuale (vedi nota1)

Quando si parla di carattere generale considero urgente un’arteria di collegamento dei centri storici che, dopo le analisi realizzate sulla variazione di popolazione che hanno evidenziato lo spopolamento dei centri interni, crei un’alternativa alla viabilità di costa esistente (ss 106) per mettere in condizione i centri storici di avere un’infrastruttura maggiormente fruibile che gli consenta di ovviare al problema dello spopolamento dei centri e dell’abbandono dei terreni agricoli.

Un altro intervento che interessa l’intera Area Metropolitana riguarda la metropolitana del mare (la metropolitana del mare è un progetto proposto dal sottoscritto, oggetto anche di una monografia dal titolo: “Metropolitana del Mare”, di Beniamino Cordova, Città del Sole edizioni, 2010) che copre l’intero territorio provinciale appoggiandosi alle infrastrutture portuali esistenti e creando un sistema alternativo di trasporto sostenibile nel rispetto degli indirizzi mondiali, europei, nazionali e locali esistenti.

Nella categoria delle opere a carattere generale, l’ultimo asse che collega l’intera area metropolitana è la metropolitana di superficie, attiva da Rosarno (e Gioia Tauro), passando per Villa San Giovanni e Reggio Calabria fino a Melito Porto Salvo, e completamente scoperta da Melito fino ad importanti realtà della jonica. Nell’intero asse, oltre alle stazioni già esistenti, il mio studio ha previsto altre 8 fermate in corrispondenza di Reggio Aeroporto, Saline Ioniche porto, Bova Marina, Bianco, Locri porto (proposta di realizzazione del porto approvata in Consiglio Comunale), Siderno porto (proposta di realizzazione del porto approvata in Consiglio Comunale) e Roccella Ionica porto. La decisione di localizzare le stazioni in prossimità dei porti deriva dalla necessità di creare un sistema efficiente di intermodalità con la metropolitana del mare.

Infine, come sostenuto prima, esistono gli interventi puntuali (puntali si, ma che servono non una ma diverse realtà urbane).

Le azioni di carattere puntuale prevedono un modello di intervento replicato tre volte in corrispondenza dei tre Poli dell’Area Metropolitana con la riqualificazione dei waterfront, riqualificazione dei maggiori torrenti con la previsione di parchi fluviali, la valorizzazione dei percorsi di mobilità dolce mare-montagna-mare destinati ad escursioni in trekking, cavallo, mountain bike e la localizzazione delle tre Porte/Porta dell’Aspromonte.

Quest’ultima scelta ricade in corrispondenza del porto di Scilla, Reggio, Saline, e Locri proprio perché in queste aree ricadono gli accessi dei percorsi di mobilità dolce diretti in Aspromonte e di conseguenza risulta facile prevedere proprio in queste aree i nodi intermodali che comprendono tutte le modalità di trasporto presenti nell’area (mobilità dolce mare-montagna-mare, metropolitana del mare, metropolitana di superficie, percorso ciclabile, percorso pedonale).

Questi interventi non rispondono forse alle priorità scelte dai Progetti Integrati?

Certo, non tutto quello che è stato proposto in questo contesto potrà essere realizzato con il budget previsto ma la maturità sta proprio nel programmare lo sviluppo del territorio intervenendo anche per stralci funzionali.

Ritornando ai PISL, così come sono stati configurati dalla Regione, è evidente che nel complesso si tratta di un grande passo in avanti della politica calabrese a servizio della collettività ed a servizio dell’intero territorio regionale.

Non dimentichiamo che tali Progetti Integrati avranno la gravosa responsabilità di dover trasformare proposte e progetti sul tappeto in crescita generale; progetti in sviluppo concreto del Sistema Calabria, e si può affermare che la qualità dell’infrastrutturazione e più in generale il futuro della nostra terra oggi passa inevitabilmente dai PISL.

Occorre che gli Enti locali, mentre la Regione sta facendo già la sua parte, si organizzino per ipotizzare strategie concrete e solide di sviluppo locale; ma per fare ciò è necessario che gli amministratori locali, riuniti con medesimi intenti, maturino la giusta consapevolezza sui reali bisogni territoriali tralasciando le solite piccole operazioni a servizio di minute porzioni territoriali nella logica improponibile degli interventi a pioggia, rendendosi conto che non è questo lo spirito dei Progetti Integrati di sviluppo locale. Oggi abbiamo una partita diversa da giocare; oggi la nostra base, come dicevo prima, è rappresentata dall’Area Metropolitana di Reggio Calabria – e, nelle altre Provincie dalle Aree Urbane –, ed anche se ancora amministrativamente ha bisogno di innumerevoli passaggi prima di concretizzarsi in un Ente Metropolitano, nessuno ci impedisce, nel nostro territorio metropolitano, di pensare, agire e quindi operare in un’ottica metropolitana.

Non è una semplice invocazione ma un indirizzo da seguire.

Non possiamo infatti permetterci, in questo momento, di sottovalutare strumenti di finanziamento come i PISL: la metamorfosi metropolitana potrebbe iniziare concretamente proprio da qui.

Ed allora le scelte strategiche esercitate dalle aggregazioni di Comuni, che in questa fase nasceranno, dovranno appunto seguire un disegno comune, nell’interesse supremo del territorio, che oggi è Metropolitano.

Non c’è da temere alcuna spoliazione di poteri degli Enti Locali, non è questo l’obiettivo e neanche lo spirito, e non è neanche utile per una buona programmazione, e per un’efficace pianificazione. Gli Enti Locali, che naturalmente hanno e continueranno ad avere piena autorità e responsabilità sul proprio territorio: per primi a loro è rivolto l’invito a pensare metropolitano per non perdere questa grande occasione, e per avviare nel loro agire una vera e propria rivoluzione culturale.

La Politica regionale ci sta dando una grande opportunità, spetta a noi – Enti Locali, imprenditoria illuminata, gruppi sociali responsabili, pianificatori territoriali, urbanisti ed altri professionisti aventi competenze sul territorio, università ed enti di ricerca –, ciascuno nel proprio ambito, di fare di tutto per non sciuparla.

Occasioni strategiche come queste – nuovi Enti Territoriali come Città Metropolitana ed Aree Urbane, Fondi europei nell’obiettivo uno, PISL ed altre forme innovative di intervento e di finanziamento – non si ripropongono tanto spesso.



[1] Per approfondire il tema rimando al mio pezzo “Alcuni punti fermi della Ricerca sulla Città Metropolitana di Reggio Calabria

lunedì 7 febbraio 2011

"Nuovi progetti per la viabilità sullo Stretto" di Serena Belfiore (recensione del mio libro Metropolitana del Mare)

In un saggio di Città del sole, un’attenta analisi delle risorse per migliorare la rete trasporti












I problemi delle infrastrutture della penisola, dall’unione tanto discussa delle coste calabresi e quelle siciliane alle cattive condizioni in cui versa da anni la Salerno-Reggio Calabria, vengono affrontati in Magistralis: una nuova collana di Città del sole edizioni, diretta da Enrico Costa e divisa in due sezioni Urbanistica e Multidisciplinarietà, che inaugura, con Beniamino Cordova, laureato cum laude in Pianificazione territoriale e ambientale, la prima opera della serie Urbanistica ospitante pubblicazioni connesse al territorio. Giovani aspiranti autori, a conclusione di percorsi universitari, sperimentano con entusiasmo la divulgazione della loro tesi.

Scritta in modo chiaro e autorevole, la Magistralis non poteva iniziare meglio.

Le sponde unite. Un sogno?
Grande fascino evocativo è il fenomeno chiamato Fata Morgana.

Un interessante e attraente incanto naturale che si verifica con particolari condizioni climatiche fa sì che le luci di Messina si protendano verso le sponde calabresi unendosi con i bagliori di Reggio. L’opportunità di realizzare il sogno di unire le due sponde rivalutando approdi esistenti arriva da un’idea scaturita dalla mente giovane di un laureando in urbanistica e partita appunto dalla sua tesi di laurea. Per ora solo uno studio mette in rete le due città metropolitane di Reggio e Messina attraverso otto porti già realizzati e due (Catona e Pellaro) di prossima costruzione: Bagnara Calabra, Gioia Tauro, Palmi, Reggio, Roccella Ionica, Saline Ioniche, Scilla e Villa S. Giovanni; e dopo studi approfonditi e ampliamenti (fondamentale la sua esperienza americana) Beniamino Cordova ha reso nota a tutti la sua iniziativa attraverso la pubblicazione del libro Metropolitana del Mare (Magistralis, Città del sole, pp. 152, € 12,00) che, oltre ad un’analisi scientifica, è una finestra aperta sul futuro della regione Calabria: «Arrivare a completare questo mio lavoro, che io definirei meglio un dossier in cui troviamo raccolte tutte le azioni ed i passaggi fondamentali degli ultimi trentasei mesi del settore dei trasporti nel nostro paese, è stato per certi versi difficile, diventato quasi un atto dovuto per chi si occupa, come me, di ricerca. […] Un lavoro portato avanti quindi, giorno dopo giorno, notizia dopo notizia, scovando e valutando anche i trafiletti nelle ultime pagine dei quotidiani locali, riprendendo, analizzando, modificando e talvolta stravolgendo alcuni miei contributi apparsi sulle testate online reggine: un vero e proprio work in progress».

Uno strumento per valutare, apprezzare o criticare una proposta alternativa e attuabile con minimo sforzo anche da parte della popolazione, per avere maggiormente consapevolezza del sistema trasporto che affligge il nostro territorio e necessita di una rivoluzione logistica garantendo un alto livello quantitativo e qualitativo di infrastrutture.

Le difficoltà urbanistiche e la “Metropolitana del mare”

Il libro, diviso in due parti, analizza la paralisi causata dall’aumento del traffico e dallo scarso adeguamento autostradale, prende in esame la difficile situazione della Salerno-Reggio Calabria e i documenti riguardanti i trasporti definiti dall’Unione Europea. Inoltre, il saggio illustra i bisogni economici e sociali dell’area locale offrendo una possibile soluzione a basso impatto, attuabile da subito, e rivalutando le strutture portuali esistenti, integrandole in una rete di trasporti che agevolerebbero il trasferimento con notevole risparmio di tempo e godendo di quel panorama litoraneo invidiato.

Non è da sottovalutare la risorsa del paesaggio come incitamento per svolgere un’azione consolidante sul progetto “Metropolitana del mare”. Come suggerisce l’autore è necessario un cambio di rappresentazione mentale sul trasporto da parte della cittadinanza: non è fondamentale arrivare solo più in fretta possibile ma sapere di avere diverse opportunità di mezzi per giungere a destinazione, secondo le differenti necessità giornaliere di meta. È oltremodo necessario che questa diversa opportunità di mezzi supporti la quotidianità dei cittadini: si pensi alla condizione di pendolarità dei lavoratori o degli studenti condizionati da orari e costi di trasporto, elementi questi che potrebbero diventare fortemente negativi se non riflettessero una concreta realtà. Occorre quindi impostare un’area fulcro su cui far gravitare l’operatività della metropolitana con servizi specifici ed esclusivi mettendo in relazione i centri minori, e spetterebbe proprio a Reggio questa possibilità per una più adeguata centralità dei trasporti, con un’area interessata praticamente da un porto ogni dieci chilometri.

Attraverso una lettura serena e comprensibile, Cordova ci fornisce un quadro generale della situazione e presenta una conseguente valorizzazione economica, sociale e culturale della nascente Area metropolitana dello stretto, proiettata verso un futuro di rinnovata centralità del Mediterraneo non solo in Italia, ma nell’Europa intera.

Serena Belfiore

(http://www.bottegascriptament.it/, anno V, n. 42, febbraio 2011)